L’ARCHIVIO MUSICALE
parrocchiale pescantinese

"... Marco Vincenzi si è imposto per l'appropriatezza e la perfetta consequenzialità delle scelte ... ha evidenziato una tecnica completa, un tocco di grande chiarezza ed agilità ..."

Gian Guido Mussomeli, La Tribuna, Treviso

L’archivio musicale
parrocchiale pescantinese


Motivi diversi, oltre all'incuria, concorrono alla scarsità di documenti presenti negli archivi pescantinesi, scarsità riguardante non solo notizie prettamente musicali ma anche di storia e di costume più generali: un incendio nel 1874 che interessò gli archivi comunali ci ha lasciato molto poco e ben poco offre pure l'Archivio parrocchiale perché è stato più volte disperso o distrutto, con intendimenti soltanto igienici, durante le non rare pestilenze.

Nell'Archivio parrocchiale sono rimasti libri di teologia, morale e prediche dal 1600 in poi, bolle pontificie, lettere vescovili , pergamene, registri dei battezzati e dei defunti dal 1600 circa e altre cartelle di atti amministrativi.

Oltre a ciò è rimasto un interessante fondo musicale di manoscritti e stampe, per lo più ottocenteschi, non ancora catalogato, testimone della prassi e degli usi liturgico-musicali dell’epoca.

Primo manoscritto

Per la musica strumentale, il manoscritto più antico si può datare a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo. Di esso sono presentate le sonate appartenenti al "Sig. Cestana" e di Girolamo Girolami.

Il manoscritto e` opera di un unico compilatore e contiene al suo interno brani di (almeno) 3 distinti autori:

  • 1r Concerto/pour le Clavessin, ou le Forte-Piano/ avec accompagnement d'un Violon ad libitum/ par Mr. Jean-Marie Roberti
  • Allegro spiritoso del Sig.r Cestana
  • Adagio (in Fa Magg.)
  • Rondò (in Sib Magg.)
  • Concerto da Organo con rinforzo di più stromenti/ del Sig.r Girolamo Girolami Mod:se/ Tempo Giusto

Il manoscritto è in buono stato di conservazione (poco usato) e abbastanza curato graficamente.

Le ricerche, per avere notizie biografiche riguardanti questi autori, sono state infruttuose.

Questo manoscritto probabilmente non è stato compilato a Pescantina, ma qui vi è arrivato tramite i Maestri o gli Organisti che si sono avvicendati o per mezzo di Chierici e Seminaristi che qui sono venuti a cantare e suonare.

Secondo manoscritto

Un secondo manoscritto, risalente al 1877, è una raccolta di sonate per organo, mutilo delle prime pagine e riportante di ogni sonata solo l’agogica e l’eventuale registrazione da utilizzarsi, senza alcun riferimento agli autori dei brani contenuti. Dopo ricerche negli archivi locali, nella Biblioteca Capitolare e nella Biblioteca Civica di Verona sono risalito agli autori di alcune di esse: Antonio Diana, Giovanni Morandi, Antonio Nardetti.

Fogli sparsi

Non in raccolta sono i fogli manoscritti appartenenti alla Sinfonia (le mie ricerche non hanno dato esiti del suo autore), e della Pastorale di Gio. Bonanomi.

Opere a stampa

Unica opera a stampa esistente per organo, mutila nei primi fogli, sono i "Versetti per Organo Moderno" di Girolamo Barbieri, editi presso la stamperia "F. Lucca" di Milano.


AUTORI e MUSICHE

GIROLAMO GIROLAMI (sec. XVIII- XIX) nessuna indicazione o notizia biografica riferibile. Il copista stesso annotava, anche se dal manoscritto non risulta molto chiaramente, una contrattura dopo il nome: Mod:se interpreto tale grafismo come modenese però anche di lui non c’è traccia nell’area interessata.

Concerto da Organo (in Do Magg.): le parti di "rinforzo con più stromenti" sono qui interpretate con l’uso delle variazioni sonore di registri in un continuo alternarsi fra "soli" e "tutti".

La costruzione formale è assai semplice e l’uso di contrasti dinamici prescritti tra forte e dolce, tutti e soli, caratterizzano una certa varietà. L’unica indicazione di registro da usarsi è "8va" (in pratica l'Ottava oppure Flauto in ottava oppure i due assieme) in un passaggio del "Solo" annotando anche che in quest'episodio la mano destra sale fino al Fa5 estensione massima dell'organo settecentesco pescantinese. Interessante inoltre, la cadenza scritta per esteso: questa pagina è indicativa della prassi e importante perché lasciataci presumibilmente dal compositore stesso.

CESTANA (sec. XVIII) Notizie biografiche come si diceva non sono state raccolte, rimane in ogni caso un manoscritto alla Biblioteca del Conservatorio di Brescia di un Concerto per cembalo e orchestra (solo la parte cembalistica) sempre di questo Sig.r Cestana; di tale informazione devo ringraziare l’ufficio ricerca fondi musicali del Conservatorio di Milano nella persona del suo direttore dott. Massimo Gentili Tedeschi.

Tre Sonatine: queste tre sonatine (tale termine assegnato dall’esecutore) occupano la parte centrale del manoscritto.

A parte la prima cioè l’"Allegro spiritoso del Sig.r Cestana", le altre non riportano nomi di autori, sembra però giustificato affidarne la paternità al Cestana stesso.

Le tre sonatine sono ordinate nei tempi: Allegro spiritoso, Adagio, Rondò andante, quasi come tre movimenti di una stessa sonata ma di tonalità diverse, rispettivamente Do Magg., Fa Magg., Sib Magg.

ANTONIO DIANA (? - prob. 1862), è probabilmente un autore dell’area bolognese. Altre notizie non ci sono note, ha pubblicato "Raccolta di composizioni per organo d’ogni genere", Ricordi, Milano 1862, dove tratta dell’organo semplice (Parte Prima); dell’organo moderno (Parte Seconda) con norme sulla registrazione, sulla classificazione dei registri, sulle loro combinazioni ed imitazioni, sull’uso del pedale; dell’organo corale (Parte Terza): pur se annunciata non ha visto la luce per la morte dell’autore.

Elevazione: il brano qui presentato è l’elevazone n. 5 in mi minore tratta dalla Prima Parte della Raccolta. L’autore prescrive come registrazione "Principali e Voce Umana ovvero Principale e Flauti" e come andamento un Andante Mesto. La versione manoscritta differisce in alcune parti da quella a stampa, semplificando i passaggi che richiedono una grande estensione delle mani.

GIROLAMO BARBIERI (Piacenza 1808 - ivi 1871) iniziò la sua carriera a Caravaggio, come maestro di cappella. Nel 1842 passò con la stessa mansione a Cremona, per rientrare in patria nel 1847. Si dedicò particolarmente alla composizione di musica sacra e pianistica, occupando pure un posto di organista. Si interessò anche di organaria, recensendo sulla "Gazzetta musicale di Milano" alcune inaugurazioni di organi Lingiardi e Serassi. Vasta la sua produzione organistica (circa 800 composizioni) edita da F. Lucca e G. Ricordi.

Suonata in Fa Magg.: essa è tratta dalla raccolta "Dodici suonatine per organo, servibili per benedizioni" edite presso "F. Lucca", senza data. Divisa in due parti (Largo Cantabile, Allegro Moderato), non è suggerita alcuna registrazione, ma solo le indicazioni dinamiche di Forte, Piano, MezzoForte.

Versetti: queste composizioni sono tratte dalla Terza Parte dei "Versetti per gli Organi Moderni", editi da F. Lucca, senza data; in questi l’autore dà interessanti suggerimenti per la registrazione dei diversi brani.

GIOVANNI MORANDI (Pergola 1777 - Senigallia 1856), figlio dell’organista Pietro (1739 - 1815 allievo di P. Martini), studiò con il padre impiegato nella Cattedrale di Senigallia, aiutandolo ben presto nelle funzioni sacre e nella scuola di canto. Sposò una sua allieva, Rosa Morolli, divenuta celebre e che egli accompagnò durante molti giri artistici. Rimasto vedovo (1824), si ritirò a Senigallia, maestro della Cattedrale, insegnando canto, composizione ed organo.

Scrisse quasi esclusivamente musica sacra di gusto operistico. Per organo pubblicò alcune raccolte di sonate, in stile vivace e brillante. I suoi editori furono G. Ricordi e F. Lucca.

Sonata per il "Post Communio" (Allegro con brio) in Sib Magg. fa parte della "Raccolta di sonate per gli organi moderni" Ricordi, senza data.

Marcia Funebre (Maestoso) in Sol min. è tratta dalla "Raccolta di divertimenti e marcie, per banda militare, ridotti per Organo o Pianoforte" dello stesso Morandi.

Di autore ANONIMO la "Sinfonia per organo" (titolo dato dall’esecutore) in Sib maggiore, si presenta in tre sezioni caratterizzate da diversa agogica: Allegro moderato, Allegro vivace, Più mosso.

Il manoscritto si presenta in due fogli di carta pergamena staccati e ripiegati nel mezzo (645mm x 245mm), presentando così otto facciate utili per la stesura del brano. Nessuna indicazione dell’autore e le ricerche finora condotte sono state infruttuose. La Sinfonia è scritta su un sistema a due pentagrammi con l’uso delle consuete chiavi di violino e basso. Nessuna indicazione presente, né numerazione dei fogli. Il manoscritto risulta essere sufficientemente ordinato: ciò fa supporre che l’estensore dello stesso sia un copista più che l’autore della composizione. In effetti, a parte una dimenticanza delle battute 64 - 67 corretta in calce con la sola parte per la mano destra, gli errori riguardano note o alterazioni non congruenti perciò facilmente identificabili.

GIO. BONANOMI (sec. XIX) Anche di questo autore non si hanno notizie biografiche, probabilmente un musicista che operò nel veronese. Il manoscritto è formato di un solo foglio ripiegato, la pastorale occupa le due facciate interne. Questo brano fa parte di un lascito offerto alla chiesa: nell’intestazione è presente una nota a matita "in ricordo di Lorenzo Papa 20/10/886" che si ritrova anche in altre partiture.

Pastorale in sol Magg. in due parti segnate da diversa agogica (Andante, Allegretto) nel tempo di 6/8, semplici indicazioni di registrazione per il primo movimento ("I contrabbassi fuori. I Principali fuori"), per il secondo una dicitura di tipo dinamico ("Leggero i bassi. Marcati i canti").

Questa composizione è una tipica pastorale nell’andamento, semplice nella costruzione formale, conseguentemente è assai godibile all’ascolto.

ANTONIO NARDETTI (?-1859) Fu secondo organista alla Basilica del Santo di Padova dal 1829 al 1857, inizialmente come sostituto di Carlo Bernanrdino Lenzi di Bergamo, dal 1834 come titolare. Interruppe il suo servizio per la frattura di un braccio. Morì a Venezia alla fine del 1859. Scrisse diverse messe, 12 sonate per organo edite da "F. Lucca" di Milano, inoltre sono state recentemente ritrovate nove composizioni manoscritte per due organi nell’Archivio Capitolare della cattedrale di Padova dal dott. Antonio Lovato. Sulla sua formazione si possono fare delle ipotesi: è ritenuto fratello di Francesco Nardetti (di cui non avrebbe eguagliato il virtuosismo nel suono dell’organo) nato nel 1781 da un fabbricatore di cembali, discepolo di Gaetano Valeri e Antonio Calegari, primo organista al Santo negli stessi anni, è probabile, perciò, che Antonio abbia seguito un percorso di studi simile al fratello.

Le tre sonate manoscritte ritrovate nel fondo pescantinese, sono tratte dalla raccolta a stampa delle 12 sonate edite da "Lucca". Nel manoscritto risultano differenze per l’aggiunta di ritornelli e per la correzione di alcuni evidenti errori di stampa.

Sonata in Re maggiore (n. 4 della raccolta) Allegro moderato. L’introduzione accordale di questa sonata, i contrasti dinamici fra soli e tutti, la presentazione di diversi semplici temi, avvicinano questa sonata più ad una sinfonia strumentale, pur se castigata nello sviluppo, che non ad una sonata bipartita tipica dell’epoca.

Sonata in Re maggiore (n. 5 della raccolta) Allegro moderato. La registrazione proposta dall’autore prescrive l’uso del solo flauto in ottava. Divisa sostanzialmente in due parti: la prima più cantabile, con un contrasto fra maggiore e minore per poi riprendere il tema iniziale, la seconda più brillante, per meglio far risaltare le doti foniche del flauto in ottava.

Sonata in Do maggiore ( n. 10 della raccolta) Allegro giusto. Come nella sonata n. 4 anche in questa più che la forma sonata, possiamo ascoltare una semplice sinfonia. Divisa in due parti, entrambe iniziano con la medesima introduzione in do maggiore: nella prima il tema dei "soli" migra in la maggiore, mentre nella seconda rimane nella tonalità. Un finale con un crescendo rossiniano conclude questa felice composizione.

Marco Vincenzi

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