Antonio NARDETTI

12 sonate per organo

Marco VINCENZI

ORGANO CIPRIANI - 1844
Chiesa Arcidiaconale di AGORDO (Belluno)

Antonio Nardetti
12 sonate per organo

ANTONIO NARDETTI (?-1859) Le notizie su questo autore sono purtroppo scarse e lacunose. Fu secondo organista alla Basilica dei Santo di Padova dal 1829 al 1857. inizialmente come sostituto di Carlo Bernardino Lenzi di Bergamo. dal 1834 come titolare. Interruppe il suo servizio per la frattura di un braccio. Mori a Venezia alla fine del 1859. Scrisse diverse messe, 12 sonate per organo edite da "F. Lucca" di Milano, inoltre sono state recentemente ritrovate nove composizioni manoscritte per due organi nell'Archivio Capitolare della cattedrale di Padova dal dott. Antonio Lovato. Sulla sua formazione si possono formulare delle ipotesi: ritenuto fratello di Francesco Nardetti (di cui non avrebbe eguagliato il virtuosismo nel suono dell'organo) nato nel 1781 da un fabbricatore di cembali, discepolo di Gaetano Valeri e Antonio Calegari, primo organista al Santo negli stessi anni, è probabile, perciò, che Antonio abbia seguito un percorso di studi simile ai fratello.

Le 12 sonate a stampa
Questa raccolta di "12 Sonate per Organo composte dal M° A. Nardetti organista della Basilica del Santo in Padova" edita da Lucca di Milano s. d., presenta un colorito spaccato della musica organistica nella prima metà dell'ottocento in Italia in generale e nel Veneto in particolare.
La musica in voga al tempo era quella del melodramma e dell'opera: proprie sonorità vivaci e colorate, melodie semplici e immediate, ritmi delicati o incalzanti secondo l'effetto desiderato, insomma un crogiolo di stili e motivi che sapevano attrarre gli ascoltatori, anche i meno attenti o preparati.
Questa raccolta di sonate organistiche rimane nella strada tracciata, dove le composizioni esprimono appieno quanto la società dell'epoca richiedeva, perciò la musica sacra, vocale o strumentale che fosse, non era dissimile da quanto in voga e normalmente ascoltato dal popolo.
Nelle 12 Sonate del Nardetti si nota inoltre una generale semplificazione della forma, infatti, sono tutte in un unico movimento (esclusa la n. 7 che è un po' più articolata), non è presente uno sviluppo dei temi, ma una modifica/variazione degli stessi quasi come ritornelli variati, uso di semplici melodie accompagnate (a "basso albertino''), utilizzo di tecnica mutuata direttamente dal pianoforte come tremoli d'accordi, ottave spezzate e raddoppi.
Particolarità di questa serie di sonate è l'assenza di brani per l'elevazione e pastorali (queste ultime presenti invece nelle sonate manoscritte per due organi dello stesso autore conservate presso l'Archivio Capitolare sopra citato).
Le indicazioni di registri da utilizzarsi, presenti nella stampa. sono assai generali come: Tutti con • Registri di Concerto, Soli, Tutti, Crescendo li registri... Solo in due casi è prescritto il Flauto in • ottava (sonate n. 5 e n. 8).
Anche le indicazioni del pedale sono assai limitate: alcune note gravi fuori rigo e utilizzo di un segno convenzionale per il Pedale Tamburo (rollante).
Alla Basilica del Santo a Padova poco è rimasto di questo autore e la presente incisione si basa sull'esemplare della raccolta a stampa ritrovato nella Biblioteca Civica di Verona, a riprova inoltre di una certa diffusione nell'area veneta di questa raccolta, infatti tre sonate della stessa le ho trovate ricopiate manoscritte in un album di proprietà di qualche ignoto organista nell'archivio parrocchiale del Duomo di Pescantina (Verona).

1

Sonata n. 1 in re minore

Moderato assai
Sonata divisa in due parti e una coda con contrapposizione fra due temi il primo forte con il ripieno del primo organo e il secondo come melodia accompagnata (principale. flauto in ottava e 11. in XII del secondo organo) nella seconda parte dopo la ripresa del primo tema, il secondo tema viene proposto in maggiore con figurazioni di biscrome: finale in crescendo con rinforzo del pieno e delle ance.
2

Sonata n. 2 in Fa Magg.

Allegro Moderato
Sonata con tema con accompagnamento divisa in due parti dove la seconda risulta essere come ritornello variato. Principale e voce umana nella prima parte, principale. ottava e cornetta nella seconda parte.
3

Sonata n. 3 in Mib Magg.

Rondò
brano anch'esso formalmente semplice sia nella struttura melodica sia in quella armonica gravitando infatti fra i poli di tonica e dominante.
4

Sonata n. 4 in Re maggiore.

Allegro moderato.
L'introduzione accordale di questa sonata, i contrasti dinamici fra soli e tutti, la presentazione di diversi semplici temi, avvicinano questa sonata più ad una sinfonia strumentale, pur se castigata nello sviluppo, che non ad una sonata bipartita tipica dell'epoca.
5

Sonata n. 5 in Re maggiore

Allegro moderato.
La registrazione proposta dall'autore prescrive l'uso del solo flauto in ottava. Divisa sostanzialmente in due parti: la prima più cantabile. con un contrasto fra maggiore e minore per poi riprendere il tema iniziale, la seconda più brillante, per meglio far risaltare le doti foniche del flauto in ottava.
6

Sonata n. 6 in Mib Magg.

Allegro Moderato.
Tempo di Marcia: come espresso dall'indicazione agogica il brano si sviluppa su un tema marziale anche se l'autore propone una felice scelta espressiva attraverso l'utilizzo di un fraseggio "irregolare" che accentua le note brevi. Alla ripresa del tema l'ispessimento ritmico crea quel crescendo che è cifra particolare dello stile del Nardetti.
7

Sonata n. 7 in Sib Magg.

Allegro con Fuoco - Adagio - Allegro Mod.to.
Questa è la sonata più articolata fra le dodici della raccolta. La sonata inizia con una introduzione composta da un, forte e agitato a cui segue un episodio accordale lento. L'Allegro Moderato si articola dapprima in un momento cantabile e poi un crescendo il lutto nella tonalità d'impianto sino ad arrivare al punto centrale: una melodia nella tonalità di Reb magg., la quale, attraverso un altro crescendo, porta alla conclusione della prima parte. Nella seconda parte una ripresa dei diversi temi presentati portano alla coda finale.
8

Sonata n. 8 in Fa Magg.

Moderato.
Come la sonata n. 5 la registrazione indicata è il "Flauto in ottava". In questa sonata la semplice melodia centrale è proposta attraverso l'utilizzo della tecnica delle ottave spezzate (come già ricordato impropria all'organo), creando così un effetto di tremolo che dilata l'effetto struggente della melodia stessa.
9

Sonata n. 9 in Fa Magg.

Allegro Moderato.
Ancora una sonata cantabile con la melodia proposta a terze parallele. Sonata divisa sostanzialmente in tre parti più una breve e godibile "Marcia" come coda.
10

Sonata n. 10 in Do Magg.

Allegro giusto.
Come nella sonata n. 4 anche in questa più che la forma sonata, possiamo ascoltare una semplice sinfonia. Divisa in due parti, entrambe iniziano con la medesima introduzione in do maggiore: nella prima il tema dei "soli" migra in la maggiore, mentre nella seconda rimane nella tonalità. Un finale con un crescendo rossiniano conclude questa felice composizione.
11

Sonata n. 11 in Do Magg.

Allegro Moderato.
Allegro Moderato. Giocata soprattutto con la contrapposizione fra piano e forte (soli e tutti) , questa sonata esprime nella semplicità la fantasia e la melodicità dell'autore.
12

Sonata n. 12 in Si min.

Allegro Spiritoso.
Chiude la raccolta questa sonata. Divisa in due parti (minore la prima, maggiore la seconda) come molte delle altre sonate, gode appieno della facile vena melodica dell'autore. Una annotazione: dopo una serie di sonate con dei finali in crescendo proprio nel commiato dell'ultima è scritto un efficace diminuendo.

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